Internetwork

Internetwork un'antologia che esplora i possibili mestieri del futuro prossimo composta da otto racconti di fantascienza e altrettanti saggi curati da Francesco Verso (scrittore ed editor di Future Fiction) e Pietro Calandra (divulgatore scientifico e ricercatore del CNR).

Quali mestieri resisteranno alla digitalizzazione e all'automazione del lavoro? E quali, invece, compariranno a causa della "nuova normalit" imposta dalla pandemia globale?
Come gi avvenuto in passato per il maniscalco, il lattaio e la centralinista, e sta per succedere per le cassiere e gli autisti, meglio prepararsi al futuro che esserne travolti senza possibilit di resistergli.
internetwork esplora le tendenze future nei campi dell'intelligenza artificiale, delle biotecnologie, dell'istruzione, dei Big Data, della computazione distribuita e della gamification per restituire - attraverso racconti e saggi - un panorama tanto complesso quanto affascinante. Le storie selezionate provengono sia da autrici e autori di fantascienza contemporanea mondiale, sia da esperti nei rispettivi settori di competenza.

INDICE
ASSISTENZA SANITARIA DEMOGRAFICAMENTE DISTRIBUITA
Gap generazionale di Holly Schofield
Alcune considerazioni su generazioni e futuri di Mara di Berardo
ANDROIDI DI SERVIZIO
Il mimo di James Yu
Il mimo e il giuramento di Pigmalione di Davide Bennato
GAMIFICATION PER TUTTI
Joan Henry contro l'algoritmo di Randy Lubin
Lavorare, giocare, sopravvivere nel metaverso di Roberto Paura
INGEGNERIA FAMILIARE
Surrogati genetici di Keyan Bowes
Genitorialit e patrimonio genetico di Maurizio Balistreri
EDUCAZIONE SCOLASTICA E BIG DATA
Dataismo scolastico di Francesco Verso
Dare un Verso a Fibonacci di Leo Sorge
MAGIA E ILLUSIONE ALGORITMICA
L'inganno di Ian McDonald
Magia, tra l'inganno e la realt di Ferdinando Buscema
CONSULENTI ARTIFICIALI DI SUPPORTO EMOTIVO
L'accompagnatrice di Andrew Dana Hudson
Quando l'intelligenza artificiale compete con quella umana di Pietro Calandra
OPERATORI BIO-IGIENICO-SANITARI
Nella foresta di smaltimento di Santiago Belluco
Commento al racconto di Paolo Piccardo